23.05.2006

Miele “a saldo”

L’Osservatorio Nazionale del Miele ha denunciato una vera invasione di questo prodotto sul mercato italiano a provenienza da paesi extracomunitari, quali la Cina, l’Argentina e la Romania. Dopo un temporaneo blocco dell’importazione, specie per il miele cinese, dal 2002 al 2004, per la presenza di residui di antibiotici, la strategia aggressiva di mercato in questi paesi ha dato un vero scossone al già traballante mercato nazionale del prodotto. Agli apicoltori italiani, per produrre un chilogrammo di miele, specie se l’annata non è stata favorevole, il costo si aggira circa su 1,50 euro, mentre la Cina lo vende a 1 euro. Dal punto di vista organolettico il miele italiano viene considerato di alta qualità perché in genere ha un basso tenore di idrossimetilfurfurale, un sottoprodotto che si forma dal glucosio del miele quando viene trattato tecnicamente per risanarlo, come avviene spesso per quelli esteri che sono vecchi e inaffidabili dal punto di vista igienico. Dall’agosto del 2004 è obbligatorio dichiarare in etichetta la provenienza del prodotto.