23.05.2003

Come difendere i prodotti italiani

“L’Unione Europea ha emanato un regolamento che prevede la “tracciabilità” dei prodotti, cioè l’origine; ma l’entrata in vigore è prevista per il 2005, salvo slittamenti. L’Associazione Nazionale Comuni Italiani ha lanciato una iniziativa che prevede l’indicazione del comune di origine del prodotto con il marchio DE.CO. (denominazoione comunale di origine) e sotto la responsabilità del Sindaco. In Toscana si caldeggia il lancio della pasta con il marchio “Tosca”, interamente prodotta con grano duro coltivato in Toscana e lavorato soltanto in mulini e pastifici della stessa regione. Ma nell’attesa che tutte queste iniziative vadano in porto noi continuiamo a mangiare fagiolini provenienti dall’Egitto, ravanelli dall’Olanda, mele dalla Nuova Zelanda, pere dal Cile, arance e clementine dalla Spagna e dal Sud Africa. E questo perché spesso l’origine è ignota al consumatore. Purtroppo in nome della liberalizzazione e della globalizzazione, i distributori non sono tenuti a dichiarare l’origine e così è possibile far passare per nostrano un formaggio o un salume prodotto all’estero.”