23.05.2010
Stretching? Sì, grazie!
La casa editrice Lippincott Williams & Wilkins di Baltimora ha pubblicato un volume sugli esercizi terapeutici: di questi un grosso capitolo a cura di William Bandy sulla flessibilità articolare e sulla necessità di migliorare il range di movimento (ROM) allo scopo di prevenire e correggere le patologie. Sono stati studiati l’allungamento balistico, la Proprioceptive Neuromuscular Facilitation (PNF) e lo stretching statico. Di questi tre nessuno si è dimostrato superiore agli altri. L’allungamento balistico implica che i muscoli vengano sottoposti a movimenti rapidi di slancio e accelerazione: alcuni autori, pur riconoscendone l’efficacia negli atleti, rilevano che questa tecnica presenta il più alto potenziale di microtraumi muscolari. Il PNF è un modo di allungamento efficace, però dato che deve essere svolto con un tecnico riabilitatore esperto, diventa problematico nella sua esecuzione. L’allungamento statico (stretching) può essere la tecnica più adatta in termini di risultati, tempo e comodità, perché il soggetto, adeguatamente istruito, è poi in grado di eseguirlo autonomamente.